Apollo e Dafne di Dosso Dossi
Apollo e Dafne è un dipinto ad olio su tela di Dosso Dossi (Giovanni Luteri). Le sue dimensioni sono 191 x 116 cm. Si trova nella Sala III della Galleria Borghese a Roma.
Storia
Apollo è il dio della poesia e in questa opera d’arte suona la lira, alzando l’arco in alto. Ha un mantello verde, il cui bordo è decorato con i fili d’oro sottili. Inoltre, si abbina alla sua corona d’alloro, che si riferisce alla trasformazione della ninfa Dafne nell’albero che gli era divenuto sacro.
Questa storia mitologica conosciuta in tutto il mondo è raffigurata sullo sfondo sinistro, dove Dafne, la figlia di Madre Terra e del dio fluviale Peneus (o il dio fluviale Ladon) sfugge alle attenzioni di Apollo. Questa corsa coincide con la sua trasformazione in un albero di alloro.
Analisi
Con lo studio anatomico del corpo di Apollo, la sua posa è derivata da quella del Torso del Belvedere (che si trova nei Musei Vaticani).
D’altra parte si è notato che lo strumento che Apollo sta per suonare (una lira o viola da braccio) era già stato rappresentato nella Stanza della Segnatura da Raffaello nel suo affresco Parnaso, affermando così che Dosso Dossi visitò Roma.
Collezione
Questa tela (databile al 1525 ca.) proviene dal lascito (1659) del cardinale Luigi Capponi, come è stato recentemente dimostrato grazie a un documento d’archivio. Anche se tra il 1623 e il 1633 fece parte della collezione del cardinale Ludovico Ludovisi, prima che potesse appartenere a Scipione Borghese. Inoltre, nella collezione del cardinale è documentato un pagamento per una cornice di questo dipinto. A seguito dello smembramento della Collezione Ludovi, il dipinto fu acquistato dal cardinale Luigi Capponi.
La tela è elencata come Orfeo di Dossi da Ferrara nell’inventario del 1693. Nell’inventario del 1790, e fino al fidecomisso del 1833, l’opera fu però attribuita a Caravaggio, mentre è stato Giovanni Morelli ad attriburla ancora una volta a Dosso Dossi.
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