Venere che benda Amore di Tiziano

Venere che benda Amore è un dipinto di Tiziano (Tiziano Vecellio) del 1565 circa. Si tratta di un dipinto olio su tela di dimensioni 116 x 184 cm collocato nella Sala XX della Galleria Borghese a Roma.

Storia

Giovan Battista Cavalcaselle identificò il soggetto come Venere che benda Amore (o Cupido): era stato precedentemente interpretato come le Tre Grazie, mentre Lionello Venturi sosteneva che potesse derivare dall”Asino d’oro di Apuleio. Inoltre, ci sono state varie altre letture dell’opera nel XX secolo.

Erwin Panofsky credeva si trattasse di un dipinto del matrimonio caratterizzato dal contrasto: alla presenza di Venere tra Eros, il Cupido bendato e Anti-Eros, quello con gli occhi aperti, e due ninfe che in questo contesto simboleggiavano l’affetto coniugale e la castità.

Se, invece, la donna tra i due Amorini fosse Bella, sarebbe accompagnata dalle sue due sorelle Piacere e Castità.

Di conseguenza, Edgar Wind identificò la figura con l’arco come Diana, affermando che il quadro rappresentava il momento dell’iniziazione all’amore, personificata da Venere e incarnata nei suoi due aspetti di amore casto e passione cieca, quest’ultima rappresentata dal Cupido bendato.

Analisi

Assistita da due figure femminili, una che tiene l’arco e l’altra con una faretra con le frecce, Venere avvolge un nastro attorno alla testa di Cupido. Dietro di lei, un altro Cupido osserva la scena che si apre su un vasto paesaggio montuoso.

Il colore caldo e pastoso è tipico del periodo maturo di Tiziano, tanto da indurre Adolfo Venturi a suggerire la data del 1565 (Della Pergola, 1955). Nel XVII secolo questo stile influenzò Velázquez, Rubens, van Dyck e Caravaggio.

Dopo il completamento del dipinto, il suo lato destro è stato tagliato. Il braccio nell’angolo in alto a destra dà un indizio di ciò che è stato delineato lì. Inoltre, la composizione corrisponde strettamente al lato sinistro della Venere che benda Amore di Tiziano all’interno della Galleria Borghese (Roma). Sul lato destro di quel ritratto ci sono due ninfe inclinate verso Venere ed i Cupido. Una radiografia del quadro della collezione Borghese ha rivelato che inizialmente mirava ad avere una terza figura, tra il gruppo di Venere a sinistra e le ninfe a destra.

La postura di quella figura centrale (poi eliminata dall’artista nell’adattamento Borghese) corrisponde strettamente a quella della figura incompleta custodita nel quadro della Galleria.

Collezione

Il dipinto potrebbe far parte della collezione del cardinale Paolo Emilio Sfondrato acquistata nel 1608. La cornice con i motivi a conchiglia fu realizzata nel 1613 da Annibale Durante. Anthony van Dyck studiò l’opera d’arte in un taccuino ora a Chatsworth durante la sua visita in Italia dal 1621 al 1627. Inoltre, ci sono molte repliche del dipinto registrate da Giovanni Morelli.

Borghese Gallery in Rome,
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Autore: Tiziano

Titian

Tiziano Vecellio (1488/90-1576) è stato un pittore italiano del Rinascimento, considerato un membro essenziale della scuola veneziana del XVI secolo. Tiziano fu uno dei pittori italiani più versatili, famoso tra i suoi contemporanei come "Il sole in mezzo a piccole stelle" (che ricorda l'ultimo verso preferito del Paradiso di Dante). Hanno lavorato su ritratti, sfondi di paesaggi e soggetti mitologici e religiosi. I suoi metodi pittorici, in particolare nell'applicazione e nell'uso del colore, hanno influenzato altri pittori del tardo Rinascimento italiano e le future generazioni dell'arte occidentale.

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