Autoritratto in età matura
Autoritratto in età matura è l’olio su tela di Gian Lorenzo Bernini. Le dimensioni del dipinto sono 53 x 42 cm. Si trova nella Sala XIV della Galleria Borghese.
Storia
Il ritratto costituisce verosimilmente la metà sinistra di un Doppio Autoritratto con Costanza Bonarelli, riportato come già separato alla morte dell’artista.
Tra il 1620 e il 1640 circa Bernini si dedicò alla pittura, eseguendo centocinquanta opere secondo Filippo Baldinucci (1682) e duecento se si crede alla biografia scritta dal figlio Domenico (1713).
L’Autoritratto che compare sulle vecchie banconote da 50.000 lire, appartiene al periodo maturo dell’artista, quando l’impatto di Guercino, Lanfranco e Velázquez (che si può vedere nei ritratti degli anni ’20 del Seicento, come l’Autoritratto giovane e il Ritratto di fanciullo, entrambi della collezione Borghese) non risulta evidente. Tuttavia, lo stile e l’orientamento della figura sono sicuramente innovativi rispetto alle soluzioni passate.
Inoltre, l’opera è al livello dei risultati più risonanti raggiunti da Bernini nella rappresentazione scultorea, come all’interno dei busti recenti di Scipione Borghese e Costanza Bonarelli.
Analisi
Insieme al Ritratto di ragazzo e all’Autoritratto da giovane (entrambi collocati nella stessa sala), questo dipinto, databile al 1630/1635, è un esempio della produzione pittorica dell’artista e soprattutto del suo interesse per la fisionomia.
Infatti, oggigiorno si sa che esistono circa una dozzina di dipinti dell’artista.
La posa di tre quarti adottata da Bernini in questo autoritratto è l’immagine speculare del suo Autoritratto da giovane, anche se la sua espressione sembra essere cambiata. Mentre il suo viso, ora più magro, mostra i segni del tempo, i capelli si stanno un po’ sfuggendo, ci sono delle rughe sulla fronte e ha delle occhiaie deboli. Così, dieci anni dopo, la sua espressione è più composta.
Lo sfondo, il colletto della camicia bianca e gli abiti esterni scuri sono resi con poche pennellate, conferendo all’opera un aspetto simile a uno schizzo, come in altri due ritratti. Ma ancora una volta l’artista si è concentrato sul viso, evitando dettagli che potessero distrarre lui o l’osservatore.
Regalo
Il presente ritratto faceva parte di un dono fatto nel 1911 dal barone Otto Messinger. La collezione del barone Messinger vantava, insieme ad un altro autoritratto di Bernini, diversi ritratti dei Chigi che fanno pensare che il gruppo di opere possedute dal Messinger fosse già appartenuto alla famiglia Chigi.
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