Danae di Correggio
Il dipinto Danae è un’opera d’arte rinascimentale dell’artista italiano Antonio da Correggio. L’opera risale al 1531.
Riferimento storico
Il dipinto fu commissionato dal primo duca di Mantova, Federico II Gonzaga, e faceva parte di una serie delle opere raffiguranti l’amore di Giove. Presumibilmente, l’opera di Correggio avrebbe dovuto decorare le pareti della Sala di Ovidio del Palazzo Te. Il magnifico palazzo manierista progettato da Giulio Romano si trova nelle vicinanze di Mantova. Dopo la morte di Federico II, il dipinto fu esportato in Spagna.
Il pittore italiano e autore di opere sulla teoria dell’arte, Giovanni Paolo Lomazzo, menzionò nel suo trattato scientifico, creato nel 1584, che l’opera Danae di Correggio era a Milano, e faceva parte di una collezione d’arte dello scultore Leon Leoni.
Tutti i dettagli dell’ulteriore destino dell quadro sono ben noti. Il figlio ed erede del maestro, Pompeo Leoni, vendette la tela all’imperatore Rodolfo II, grande conoscitore d’arte. Successivamente, insieme ad un’altra opera, Leda e il cigno, sempre eseguita dal Correggio, il dipinto Danae divenne un trofeo di guerra del re di Svezia, Gustav Adolf, e fu portato da Praga a Stoccolma. Nella seconda metà del XVII secolo, l’opera del maestro tornò di nuovo in Italia. Nel 1654 la figlia del monarca, la regina Cristina, la abdicò a favore di Carlo Gustavo del Palatinato. L’ex sovrano di Svezia partì per Roma portando con sé la tela di Correggio. Dopo la morte di Cristina, il dipinto Danae fu ereditato dal cardinale Decio Azzolini. Nel corso degli anni l’opera apparteneva a Livio Odescalchi, Duca di Bracciano, per poi passare al reggente del regno di Francia, Filippo II, Duca d’Orléans.
Alla fine del XVIII secolo il dipinto Danae fu nuovamente venduto e finì in Inghilterra. Questo è stato il destino della maggior parte delle opere d’arte della collezione privata della dinastia Orleans. Nel 1792 l’opera del Correggio divenne proprietà di Henry Hope, che deteneva il titolo di duca di Bridgewater. Più di tre decenni dopo, il dipinto Danae divenne proprietà di un rappresentante della famosa famiglia aristocratica italiana. Nel 1827 il principe dell’Impero francese, Camillo Borghese, l’acquistò a Parigi, aggiungendola alla sua cosiddetta “collezione romana”.
Descrizione e analisi dell’opera
La tela raffigura l’eroina dell’antica mitologia greca, Danae, la figlia del re Acrisio, che regnò ad Argo.
L’artista ha catturato il momento in cui Giove è apparso alla bella vergine. Dio si è trasformato in gocce di pioggia dorata, che l’Amore alato raccoglie in pieghe di lenzuola. Il risultato della storia d’amore fu la nascita di Perseo. Sul lato destro, ai piedi del letto, lo spettatore vede due piccoli amoretti, uno di loro stringe una freccia con dita carnose. Con l’aiuto della sua punta d’oro, mette alla prova la forza della pietra, testando così la durata dei sentimenti d’amore.
A sinistra della tela c’è una finestra che si affaccia sul palazzo; gli storici dell’arte affermano che l’edificio è il Palazzo Te, residenza estiva di Federico II, costruito a Marmirolo, un piccolo insediamento nei pressi di Mantova.
Il dipinto è stato creato negli anni 1530-1531. Gli amorini raffigurati nel dipinto Danae vengono spesso confrontati con le numerose immagini degli angeli che Correggio ha realizzato dipingendo le volte e le pareti del Duomo di Parma.
C’è anche un piccolo paesaggio e vista del tramonto dalla finestra. Sembra che la bellezza del mondo esterno penetri all’interno e avvolga la stanza dove si trova l’eroina; sfumature e mezzi toni calmi e sereni esaltano la radiosità divina che discende, illuminando il corpo seducente di Danae. I delicati contorni della figura di una bella vergine e il candore delle lenzuola sembrano indicare che la bellezza fisica è un fenomeno fugace, che tende a dissolversi nel nulla.
Informazioni interessanti sull’artista
Sono tante le storie che raccontano la vita del grande maestro italiano. Oggi è difficile stabilire quali delle storie siano finzione e quali siano la verità.
Secondo alcune leggende, Correggio non studiò mai la pittura. Desideroso di creare i capolavori, prese in mano un pennello e ottenne le opere geniali. In altre descrizioni della biografia e della carriera dell’artista, si dice che sia stato brillantemente istruito. I critici d’arte che aderiscono a questa versione affermano che Correggio studiò molto e per lungo tempo, adottando le capacità e le conoscenze di eminenti contemporanei. Rimane un mistero quale fosse effettivamente la situazione finanziaria dell’artista. Alcuni ricercatori sono inclini a credere che vivesse in povertà, ricevendo monetine per il suo lavoro, mentre gli altri affermano che il pittore apparteneva a una nobile famiglia aristocratica ed era una persona molto ricca.
Qualunque polemica divampasse intorno alla biografia del pittore, tutti gli storici dell’arte rimangono unanimi nel valutare il lavoro del Correggio. L’artista è stato davvero brillante, è riuscito a trasmettere in modo incredibilmente abile il chiaroscuro e il gioco dei colori. Grazie a questa caratteristica, guardando i dipinti del maestro, lo spettatore si immerge immediatamente nella trama dell’opera e dei personaggi principali, e solo allora tutti i dettagli e le immagini secondarie vengono rivelati.
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