San Giovanni Battista di Cavalier d’Arpino
San Giovanni Battista è dipinto a olio su tavola di 33 x 26 cm che fa parte della collezione della Galleria Borghese a Roma, appartiene al pennello di Cavalier d’Arpino (Giuseppe Cesari).
Riferimento storico
Non appena Camillo Borghese fu eletto il capo della Chiesa cattolica e divenne papa Paolo V, il figlio della sua sorella, Scipione Caffarelli, ricevette quasi subito il titolo del cardinale. Inoltre, non volendo accontentarsi della posizione del nipote del papa, Scipione è stato adottato dallo zio. Da quel momento in poi, il futuro famoso collezionista d’arte, la cui avidità non conosceva i limiti, ricevette il diritto legale di portare l’antico cognome principesco, a cui apparteneva per la parte materna.
Scipione sfruttò la sua posizione a vantaggio, essendo il cardinale nipote di papa Paolo V. Vive a Roma nel XVII secolo, epoca in cui tutto era pieno di corruzione, aveva accesso illimitato alla tesoreria dello stato, quindi, insieme al suo parente Marcantonio usò il potere e acquisì quasi per niente, o a volte anche semplicemente confiscava le opere d’arte che gli piacevano, raccogliendo così l’inestimabile collezione della famiglia Borghese.
Nonostante il cardinale-nipote avesse enormi opportunità, preferì non farsi coinvolgere troppo negli affari di stato. Scipione Borghese era ossessionato solo dal collezionismo. Ha usato tutto il suo potere per ottenere le migliori opere d’arte, che erano i capolavori della pittura e della scultura del mondo. Sia in quei giorni che oggi la collezione stupisce per l’alto valore delle opere presentate, ma questo non bastava a Scipione Borghese. Il cardinale decise di costruire una lussuosa villa in cui dovevano essere custodite le perle della sua collezione. Il pittore manierista Giuseppe Cesari, detto Cavalier d’Arpino, fu uno dei pittori più amati da Scipione Borghese. Sicuramente era molto orgoglioso del fatto che lo stesso Caravaggio avesse studiat nella sua bottega.
Fu infatti Cavalier d’Arpino a prestentare a Scipione Borghese le opere geniali dei suoi contemporanei. Così, ad esempio, i giovani Caravaggio e Bernini hanno ricevuto il patrocinio del cardinale. Nella bottega del Cavalier d’Arpino c’erano circa 107 dipinti realizzati da diversi pittori. Alcune delle opere erano di Caravaggio. Si tratta dei dipinti del primo periodo della creatività, realizzati quando il giovane artista arrivò a Roma e lavorò nella bottega di Cavalier d’Arpino. Dopo aver visto la collezione, Scipione Borghese ha voluto possederla. Il cardinale ha impiegato un po’ di tempo per esaudire il suo desiderio. Nel 1607, quando Cavalier d’Arpino era in ritardo nel pagamento delle tasse, la collezione d’arte fu confiscata dalla bottega per il decreto di Papa Paolo V. Così la raccolta cadde nelle mani del cardinale Borghese.
La collezione di Cavalier d’Arpino comprendeva le opere Bacco malato e Ragazzo con canestro di frutta dipinte da Caravaggio. Entrambi i dipinti fanno parte della collezione della Galleria Borghese. Se lo stesso Scipione era ossessionato dall’idea di creare e ricostituire la sua collezione d’arte, allora suo zio, Papa Paolo V, assecondò la dipendenza di suo nipote in ogni modo possibile.
Analisi dell’opera
San Giovanni Battista è presentato come un giovane, non ha la barba sul suo viso e l’aspetto stesso dell’eroe è dotato da una certa femminilità. La testa di San Giovanni Battista è coronata da un’aureola, situata tra i tronchi di due alberi, i rami di cui sono appena ricoperti da fogliame primaverile. In primo piano dell’immagine, lo spettatore vede un’altra piccola pianta bizzarra. È interessante che nel 1607, quando fu realizzato l’inventario delle opere incluse nella collezione della Galleria Borghese, il dipinto San Giovanni Battista fu qualificato come “piccolo paesaggio”.
La data di creazione dell’opera è considerata un periodo non successivo al 1607. È interessante notare che in precedenza la paternità del dipinto è stata attribuita a Simone Cantarini, l’artista della città di Pesaro, e Paolo Guidotti. Tali versioni di critici d’arte sono apparse a causa della confusione nei cataloghi della collezione.
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